Il 12 maggio 2024 un cordone di polizia separava i manifestanti dagli operai di Terna, impegnati nei lavori della tratta sarda del Thyrrenian Link, un doppio elettrodotto progettato per migliorare gli scambi di energia tra Sicilia, Sardegna e la penisola.
Ma cos'è esattamente il Thyrrenian Link e a cosa serve?

Il progetto comprende due tratte: quella Est, dalla Sicilia alla penisola, e quella Ovest, dalla Sicilia alla Sardegna.
La tratta Est collega Fiumetorto - nel comune di Termini Imerese, Sicilia - a Torre Tuscia Magazzeno - Battipaglia, Campania -. La tratta occidentale collega invece Fiumetorto a Terra Mala, in Sardegna. Il costo dell'opera è di 3,7 miliardi di euro e sono coperti per metà da un prestito della Banca di Investimento Europea. In totale i conduttori sottomarini percorreranno 970km. Questo collegamento in alcuni punti toccherà i duemila metri di profondità diventando il collegamento elettrico più profondo al mondo.
La tratta orientale sarà operativa dal 2025, mentre quella Ovest riguardante la Sardegna sarà a regime nel 2028. I capi del T-Link saranno a Terra Mala (Quartu Sant’Elena) e a Termini Imerese (Sicilia). A Selargius, località "Su Pardu", è in costruzione una stazione di conversione dell’energia.
Cosa è Terna?
Terna nasce in seno all’ENEL come una società per azioni a seguito della liberalizzazione del settore dell’energia. In seguito ENEL ha ceduto la propria quota di partecipazione. è il più grande operatore indipendente di sistemi di trasmissione dell'energia elettrica in Europa- Terna gestisce la rete nazionale di trasmissione elettrica italiana in alta e altissima tensione, con circa 75.000 km di linee, oltre 900 stazioni elettriche su tutto il territorio italiano e 30 interconnessioni con l'estero.
Ha un ruolo di servizio pubblico, garantisce l'approvvigionamento elettrico del Paese e il funzionamento dell'intero sistema elettrico italiano: con attività di pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete.
Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 prevede che dal 2025 inizi il "phase out" dal carbone, ovvero la progressiva chiusura delle centrali a carbone a livello nazionale.
La Sardegna, ancora dipendente dal combustibile fossile, inizierà a chiudere le sue centrali a carbone solo nel 2029 quando il Thyrrenian Link sarà pienamente operativo. Perché?
Attualmente la rete energetica sarda non dispone di sufficienti accumulatori per trattenere l’energia prodotta in eccesso. Le fonti rinnovabili, come l’eolico, non sono programmabili, non garantiscono una produzione costante di energia e dipendono dagli agenti atmosferici e dalle stagioni creando così picchi di sovrapproduzione e minimi di sottoproduzione. Questo metterebbe sotto pressione la rete sarda.
Per questo motivo il T-Link servirà dunque a esportare gli eccessi e importare energia in caso di necessità evitando i blackout. Visti i numeri delle rinnovabili in Sardegna, è probabile che il T-Link verrà usato quasi soloper l’export dell’energia Sarda.
Se tutte le concessioni venissero approvate staremmo parlando di una potenza installata 30 volte superiore al fabbisogno energetico della Sardegna.
I numeri delle rinnovabili
La Sardegna necessita di circa 2 GW di potenza installata per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Tuttavia, lo Stato Italiano ha fissato per la Regione l’obiettivo di 6,2 GW di potenza installata da fonti rinnovabili entro il 2030. Questo implica che alla Sardegna è stato imposto un tetto minimo di potenza installata da rinnovabile superiore a tre volte la potenza che gli servirebbe per garantire il proprio fabbisogno energetico. Ma sopratutto, non esiste un tetto massimo.Secondo i dati forniti da Terna attualmente ci sono richieste di concessioni nell’isola per ben 58 GW: 13.58 dall’eolico off shore, 23.82 dal solare, 16.72 dall’eolico on shore.
Senza il T-Link non sarebbe possibile realizzare tutti i progetti previsti: i cavi elettrici attualmente esistenti non sarebbero sufficienti , il Sapei che dalla Sardegna approda vicino a Latina e il Sacoi che unisce l’Isola con Corsica e Toscana. Sebbene la transizione energetica sembri un obiettivo positivo, nell’interesse collettivo e delle future generazioni, visti i numeri previsti per la Sardegna, si tratta di una vera e propria speculazione.
Il popolo sardo non ha voce in capitolo sull'uso del proprio territorio e non viene coinvolto nel processo decisionale.
Quali sono i benefici per i sardi? La sensazione è che i vantaggi, progetto alla mano, siano lontani dalla Sardegna e i costi, elevati, troppo vicini al nostro territorio.
L’argomento del Thyrrenian Link è passato in sordina nel dibattito pubblico della transizione energetica e l’attenzione mediatica si è concentrata sull'eolico.
Ma a Selargius e a Quartu sono scoppiate proteste.

l ”Comitato per la difesa del territorio: No T-Link" - gruppo di cittadini e cittadine - ha avviato un presidio permanente nei cantieri di Terna. Pur consapevoli dell'impossibilità di fermare il progetto i cittadini chiedono un dialogo trasparente con le istituzioni e Terna, e di essere coinvolti nel processo decisionale. Sul sito del comitato si legge: "Il Sindaco di Selargius, informato del progetto nel 2021, ha portato avanti la procedura con Terna insieme all’ufficio tecnico senza convocare immediatamente il Consiglio Comunale, riunitosi solo a marzo 2023. Non è stata coinvolta la cittadinanza né le associazioni locali. È mancata un'informazione capillare ed esaustiva, violando il principio democratico del ruolo principale di un’amministrazione locale."
Le ragioni della protesta, oltre alla mancanza di un processo decisionale democratico, sono varie: l’area indicata presenta un alto rischio alluvionale e i manifestanti ritengono che il T-Link confligga con altri progetti di messa in sicurezza del territorio. Il comitato No T-Link sostiene che il Thyrrenian Link porterà una perdita di circa 17 ettari di terra coltivabile indebolendo il tessuto sociale ed economico dell'agro selargino.
Davanti al cantiere per la centrale di conversione a Selargius è sorto un presidio permanente dove attivisti si alternano da settimane. La protesta, chiamata "Rivolta degli Ulivi", vede i manifestanti piantare ulivi nei terreni espropriati come azione pacifica di riappropriazione della terra. Questo ha dato vita a un braccio di ferro simbolico tra i selargini e Terna, che ha iniziato a estirpare gli alberi piantati dagli attivisti durante la notte.
Solo attraverso una maggiore partecipazione e considerazione delle esigenze delle comunità coinvolte sarà possibile conciliare lo sviluppo infrastrutturale con il rispetto e la valorizzazione del territorio.
La sfida del Thyrrenian Link, quindi, non è solo tecnica ed economica, ma profondamente umana e sociale.