Come funziona il sistema elettorale sardo
Alessandra Todde è eletta presidente di regione con soli 3mila voti di vantaggio su Paolo Truzzu.
Per ottenere i risultati definitivi abbiamo dovuto aspettare per un mese.
La legge elettorale sarda va modificata, eliminando il voto disgiunto e rivedendo anche le soglie sbarramento. Il 25 febbraio scorso aprivano i seggi per le elezioni regionali in Sardegna e soltanto mercoledì 21 marzo è stata ufficializzata la vittoria di Alessandra Todde su Paolo Truzzu.
Al termine del conteggio il distacco tra i due è di circa tremila voti, pesantemente influenzato dai risultati dell’area metropolitana di Cagliari. Già dopo le elezioni regionali sarde del 2019, il vincitore Christian Solinas venne proclamato presidente solo il 25 marzo, un mese dopo il voto. Quest’anno si è rivissuta la stessa imbarazzante situazione.
Mentre sulla nostra isola ancora si aspettavano i risultati definitivi, domenica 10 marzo si è votato anche in Abruzzo e appena nove ore dopo la chiusura dei seggi si sapevano con certezza i voti ottenuti dalle due coalizioni e il vincitore, ovvero il candidato di centrodestra Marsilio.
Da Sapere
Il 10 marzo si sono svolte le elezioni regionali in Abruzzo e che hanno coinvolto 630.605 votanti (52,19% di affluenza) su 1.208.207 elettori.
A contendersi la maggioranza in Consiglio regionale (che è composto da 31 seggi di cui due vengono assegnati al Presidente di Regione e al secondo classificato) erano presenti soltanto due coalizioni: il “Campo largo” composto da M5s, Pd, Azione, Avs e due liste civiche a sostegno di Luciano D’Amico contro la coalizione di centrodestra composta da Fdi, Fi, Lega, Udc, Noi moderati e una lista civica a sostegno del Presidente uscente Marco Marsilio.
Quest'ultimo è risultato vincitore con 327.660 voti (53.50%) contro il suo avversario che ne ha raccolto 284.748 (46,50%).
Qual è allora la differenza tra Abruzzo e Sardegna?

Nonostante in Sardegna si siano recate ai seggi centomila persone in più rispetto al voto abruzzese, difficilmente si può indicare questa come causa principale del ritardo nei risultati.
La legge elettorale regionale è invece determinante, con il voto disgiunto che rende i calcoli molto più lenti.
Se da una parte, infatti, in Abruzzo non è presente il voto disgiunto, il sistema elettorale sardo lo prevede. Tale provvedimento era stato preso per dare la possibilità all’elettore di mettere in primo piano la scelta del candidato presidente come singolo a prescindere dalla coalizione d’appartenenza. Ma sebbene l’idea alla base del voto disgiunto sia giusta, questo pone diversi problemi in fase di scrutinio e rallenta fortemente il conteggio.
Caos elettorale
Erano 1844 le sezioni elettorali totali da ufficializzare, 19 di queste erano rimaste in stand-by a causa di problemi riscontrati nei conteggi e segnalazioni di errori grossolani. In particolare, è risultato difficile decidere sulla validità di alcune schede, alla fine circa ventimila risultavano nulle. Inoltre, il conteggio differenziato tra presidenti e partiti ha obbligato gli scrutatori a fare un lavoro doppio. Di queste 19 sezioni mancanti, lo scrutinio era stato ultimato soltanto il 4 marzo. Ma nonostante ciò mancava l’ultimo passo per far sì che i dati venissero ufficializzati.
Secondo le norme regionali, infatti, nel caso in cui vengano riscontrate anomalie per ognuna delle otto circoscrizioni elettorali dell’isola deve essere istituito un “ufficio centrale circoscrizionale” nei vari tribunali, e nelle elezioni 2024 è successo esattamente questo. Questi uffici hanno il compito di controllare e verificare i verbali inviati da tutte le sezioni di loro competenza per accertarsi che non ci siano state anomalie. Ora, finalmente, sono stati ufficializzati i dati definitivi: il nuovo Consiglio regionale può prendere forma e il centrodestra dal canto suo può valutare se presentare entro 60 giorni una richiesta di ricorso al TAR.
Cos'è il voto disgiunto?
Il voto disgiunto è un sistema, che può essere previsto da una legge elettorale, basato sulla divisione della propria preferenza di voto alle urne durante alcune tipologie di elezioni.
Nello specifico tale sistema di voto prevede la possibilità per l’elettore di votare un candidato (Presidente di Regione o Sindaco) e allo stesso tempo di esprimere una preferenza per un partito che non sostiene tale candidato. Per questo si parla di “voto disgiunto”, poiché il partito in questione non appartiene alla coalizione del candidato votato.
In Italia il voto disgiunto viene utilizzato per le elezioni regionali, nelle regioni che lo prevedono e per le elezioni amministrative nei Comuni superiori ai 15mila abitanti.
Occorre però specificare che si tratta di una procedura lunga e complicata, poichè secondo le leggi regionali non è possibile chiedere il riconteggio di tutti i voti, ma eventualmente solo di quelli relativi a specifiche sezioni nelle quali ci sono legittimi dubbi sulla validità dei risultati. Paolo Truzzu si è espresso accettando il risultato elettorale, tuttavia non esclude la possibilità di un ricorso «Dobbiamo ancora vedere dati e verbali. Aspettiamo l'analisi degli avvocati».
La legge imperfetta
Si registra per la seconda volta di fila una totale inefficienza del sistema elettorale sardo e di una legge elettorale complessa e macchinosa. La legge elettorale è stata duramente critica anche per un altro motivo.
La legge infatti prevede una soglia di sbarramento del 10% per le coalizioni e del 5% per le liste non coalizzate. Non è previsto invece alcuno sbarramento per le liste all'interno delle coalizioni che abbiano superato il 10%. Tutte le coalizioni che registrano meno consensi di tali soglie sono escluse dal Consiglio Regionale.
Questo provvedimento è volto a garantire stabilità alla Regione, tendendo verso un bipolarismo politico, ma va a discapito della rappresentatività. Basti pensare che i 60.000 sardi che hanno votato per la coalizione guidata da Soru (Azione, Italia Viva ed altri), non avranno neanche un rappresentante in Consiglio Regionale. Sessantamila elettori ed elettrici non sono di certo pochi!
Lucia Chessa si era presentata alle elezioni in solitaria, con la sua lista Sardegna R-esiste, proprio per protestare contro questa legge elettorale e per sottolinearne l’iniquità. Al nuovo Consiglio regionale, il compito, per le prossime elezioni regionali, di garantire ai Sardi una legge elettorale efficace ed equa. Potrebbe essere necessario, considerati vantaggi e svantaggi, abolire il voto disgiunto
Editor: Aldo Coletta