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NOVAS

SARDA

25 anni senza Faber

2024-03-07 16:23

Daniele Pisano

Società, Sardegna, Fabrizio De Andrè,

25 anni senza Faber

Sono passati 25 anni da quell’11 gennaio 1999, giorno in cui Fabrizio De Andrè, Faber, ci ha lasciati. Nel 1975 comprò una tenuta a pochi chilometri d

Sono passati 25 anni da quell’11 gennaio 1999, giorno in cui Fabrizio De Andrè, Faber, ci ha lasciati. 

Nel 1975 comprò una tenuta a pochi chilometri da Tempio di Pausania, e vi si traferì con la famiglia avviando anche un’azienda agricola. Il legame tra il cantautore e la Sardegna ha radici profonde e rimane indimenticato. Amava profondamente la Sardegna e i Sardi, specialmente la vita contadina e questo legame ebbe forti influenze sulla sua produzione artistica, tra cui figurano anche dei brani in Gallurese. 

 

Un amore per la terra sarda che non si ruppe nemmeno nel 1979, quando lui e la moglie furono rapiti dell’Anonima Sequestri: tenuti prigionieri sul Monte Lerno a Pattada per quattro mesi, furono liberati dietro un riscatto di 13 milioni di lire. 

Alla vicenda, il cantautore dedicò uno dei suoi brani più belli “Hotel Supramonte” luogo che sebbene non fosse legato al proprio rapimento, è famoso per essere stato la dimora di banditi durante altri sequestri. La canzone è contenuta nell’album “Indiano” in cui De Andrè paragona le vicende dei nativi Americani a quelle dei Sardi descrivendo “due civiltà non consumistiche che badano più ai valori dello spirito che al denaro”. 

De Andrè dimostrò una profonda comprensione ed empatia nei confronti del popolo sardo e della sua situazione socio-economica. 

 

Nell’album, infatti, paragona i banditi sardi a un drappello di Sioux (tribù di nativi americani) a cui l’uomo bianco non ha lasciato alternative se non compiere crimini. Infatti, quando i banditi furono arrestati, De andrè e la moglie li perdonarono, arrivando anche a firmare una richiesta di grazia. Nonostante questa esperienza traumatica Fabrizio de Andrè decise di rimanere a vivere in Sardegna e quando fu Intervistato da Vincenzo Mollica sul motivo della sua permanenza De André rispose: “Per diversi motivi: le varie etnie sarde che malgrado differenze sostanziali, anche linguistiche e culturali, hanno il rispetto come valore fondamentale in cui credo anch’io. Quindi ci vivo bene in mezzo a loro. Un altro motivo è l’ambiente. Direi che è inutile descriverlo, basta guardarsi intorno. Credo che sia uno dei più spettacolari e puliti d’Europa”.25