In 75 anni di attività del Consiglio regionale, divisi tra 17 legislature, sono state elette consigliere solo 78 donne su un totale di 1214 persone elette.
Ripercorrendo la storia del Consiglio Regionale dal 1949 ad oggi, le prime donne che diventarono consigliere furono: la comunista Claudia Corona Loddo e le democristiane Eufemia Sechi e Pierina Falchi. Falchi nel 1955 diventò la prima donna in Italia a far parte di un esecutivo regionale quando fu nominata assessora regionale alla Pubblica Istruzione nella giunta Brotzu. La carica di Presidente del Consiglio Regionale , fu affidata solo in un occasione ad una donna: l’esponente dell’allora Popolo della libertà, Claudia Lombardo, nominata nel 2009.
Istituzioni
Il/la presidente del Consiglio regionale è la figura istituzionale a capo del Consiglio regionale che la elegge.
La figura di presidente del Consiglio regionale è prevista dalla Costituzione Italiana e non è da confondere con il presidente della Giunta regionale.
L’attività del Presidente del Consiglio Regionale è quella di convocare, presiedere e dirigere i lavori del Consiglio; è un organo super partes (si può dire che è l'omologo a livello regionale dei presidenti di Camera e Senato).
La carenza di nomine femminili per cariche come questa è un altro indicatore della carenza di pari opportunità all’interno dell’istituzione Sarda.
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Nella XVII legislatura, l'attuale, la Sardegna avrà per la prima volta una donna come Presidente di Regione, Alessandra Todde, ex viceministra allo sviluppo economico nel governo Draghi ed esponente del Movimento 5 Stelle.
Dopo le elezioni del 25 febbraio, in attesa delle nomine ufficiali, pare che si andrà a formare un Consiglio con nove donne elette, circa il 15 per cento della totalità dei consiglieri.
Si tratta di un dato leggermente positivo rispetto al passato, anche se in calo rispetto all’ultima legislatura, comunque non sufficiente a superare il problema della rappresentanza di genere nelle istituzioni sarde.
La Sardegna si attesta come quindicesima tra le regioni italiane per numero di donne elette nel Consiglio.
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Nota Bene:
La legge costituzionale 3/2013 modifica l'art. 16 dello statuto (L.cost. 3/1948) al fine di ridurre il numero dei consiglieri da 80 agli attuali 60.
**I dati del 2024 non sono ancora confermati.

La regione con il più basso divario di genere nel Consiglio è l’Emilia Romagna, con un numero di consigliere pari 38,7 per cento.
Un dato comunque basso per essere la prima regione d’Italia per rappresentanza femminile, che evidenzia il carattere diffuso di questo problema nelle istituzioni italiane.
In Sardegna, sebbene in questa legislatura il numero di donne elette sia aumentato, anche grazie alla doppia preferenza di genere, i dati mettono il luce come la Sardegna debba ancora fare molta strada per garantire un equa rappresentanza alle donne e un maggiore accesso alle cariche istituzionali.
Riforma e disgiunto
Nel 2017 fu approvata la riforma allo Statuto regionale che da la possibilità agli elettori Sardi di esprimere due preferenze per il Consiglio Regionale, purchè di genere diverso. Da quando è stata introdotta la doppia preferenza ha portato ad un leggero aumento delle consigliere donne: si è passati dal 6.6& della XV legislatura (2014-2019) al 18,3% della XVI legislatura (2019-2024).